Nota progettuale di Arianna Ciciani e Francesco Cingolani

Villa Buonaccorsi: ecco un piano d'azione

Cinque cose che si sarebbero potute fare tre anni fa e che potremmo
(anzi dovremmo!) cominciare a fare oggi.

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Villa Buonaccorsi: che è successo tre anni fa?

Molti sanno che Villa Buonaccorsi è diventata pubblica nel 2021 ma molti pochi sanno che questo è successo grazie ad un’iniziativa civica e politica nata dal basso; sotto questo aspetto, tale evento rappresenta senza dubbio la vicenda più significativa nella storia del Comune di Potenza Picena e della Regione Marche. Un’azione partecipata in cui la comunità locale non solo si è mobilitata, coinvolgendo esperti internazionali e costruendo alleanze con le forze politiche locali, ma anche ottenendo l’importante risultato dell’acquisizione da parte del Ministero della Cultura.

Sempre nel 2021, la visione che è alla base di quest’azione partecipata viene condensata e ufficializzata in un documento stilato dall’associazione Villae nell’ambito della II Commissione Consiliare del Comune di Potenza Picena : un Manifesto in 10 punti, ufficialmente sottoscritto dall’Amministrazione Comunale, che propone di interpretare la Villa come laboratorio di sperimentazione sociale e culturale unico nel suo genere, per farne scaturire un nuovo polo europeo che potrebbe non solo riavviare l’economia locale ma anche attrarre talenti e investimenti da tutta Italia e Europa.

Avere una visione

Villa Buonaccorsi ha infatti tutte le potenzialità per diventare un progetto di riferimento per l’Europa, un luogo dove sperimentare collaborazioni tra comunità, amministrazioni pubbliche e imprese, un incubatore di soluzioni innovative per le grandi sfide del futuro prossimo come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la sostenibilità. Ci sono già molti esempi, in Italia e nel mondo, di simili iniziative: basta citare Farm Cultural Park in Sicilia, la tipologia dei terzi luoghi in Francia, i laboratori urbani in Spagna e gli Spaces for Encounters promossi dalla Comunità Europea.

Oggi, alla veglia delle elezioni di giugno 2024, tre anni dopo questa vicenda storica di civismo e socialità va ricordata, celebrata e riaffermata. Rimaniamo infatti convinti che questa visione, certo di un’ambizione poco comune nella storia di un piccolo territorio come il nostro, sia ancora la guida e lo strumento giusti perché Villa Buonaccorsi diventi in futuro un simbolo di cultura, inclusione e innovazione all’altezza del suo valore storico, artistico e culturale.

…non basta…

Ma avere una visione non basta, serve anche un piano di azione perché in una impresa di questo calibro la cosa più difficile è accendere i motori.

Come si comincia per arrivare a realizzare questa visione in cui la Villa, nel 2030, è diventata un polo europeo di riferimento e il Comune di Potenza Picena e la Regione Marche potranno brillare per questo? Come si fanno i primi passi, come si va da zero a uno?

…serve un piano d’azione

Noi un piano ce l’abbiamo e ci sembra che questo sia il momento giusto per condividerlo con tutti i cittadini di Potenza Picena e gli abitanti della Regione Marche. Ecco cosa, secondo noi, andrebbe fatto fin da ora per i primi 12/18 mesi di questo progetto infinito, con questi famosi 14 milioni di euro di cui tutti parlano senza sapere che farne.

Il nostro piano d’azione in 5 punti

Ecco cinque cose che l’Amministrazione avrebbe potuto e dovuto fare da tre anni e che invece non ha fatto. Sono cose semplici, quasi banali. Non c’è nulla di geniale in questa lista, eppure sono tutte cose che non sono state fatte:

1. Portare a termine l’iter del federalismo demaniale

Dal 2021, l’Amministrazione non ha ancora compiuto le azioni necessarie per completare la procedura di federalismo demaniale, iniziata quasi tre anni fa. Questa procedura consentirebbe il trasferimento di Villa Buonaccorsi dalla gestione ministeriale a quella regionale, con il conseguente coinvolgimento diretto del Comune. Attualmente, tale procedura è ancora ingiustificatamente bloccata, e il suo completamento è una condizione essenziale per realizzare un progetto che coinvolga direttamente e centralmente la comunità locale.

2. Creare un Gruppo di Lavoro per costituire una Fondazione

Il progetto Villa Buonaccorsi può essere un successo solo se animato da un gruppo di lavoro dinamico, una coalizione di cittadini attivi ed esperti provenienti da vari settori, dall’innovazione alla cultura, dall’imprenditoria all’economia sociale. Questo gruppo deve avere come primo obiettivo quello di strutturare una nuova Fondazione, un ente capace di combinare l’agilità di una startup con la stabilità di un’organizzazione solida capace di ideare, realizzare e gestire il futuro di Villa Buonaccorsi.

3. Riaprire la Via Centrale per Restituire la Villa al suo territorio

Il cuore di Villa Buonaccorsi è la sua via principale, un tempo arteria vitale dell’intera struttura e oggi chiave per riportare la Villa alla sua originaria configurazione di “villaggio”. Questa strada può essere riaperta da subito senza molte complessità, segnando un passo importante verso la reintegrazione della Villa nel tessuto urbano e la sua apertura alla comunità. È un invito a cittadini, artisti, artigiani locali, imprenditori e pensatori a reinventare e sperimentare insieme lo spazio, esplorando nuove possibilità di coabitazione culturale, sociale ed economica.

4. Riaprire i Giardini

Una delle anime che rappresentano il cuore della Villa, o meglio il polmone dell’intero corpo di fabbrica, fatto di un vero proprio bosco e di uno dei più bei giardini all’italiana che abbiamo nel nostro paese. Il Giardino di Villa Buonaccorsi e la sua architettura sono stati riconosciuti come un patrimonio storico, artistico e naturalistico d’eccellenza in Italia. Un comune che assume come prioritario il ruolo della natura nella vita di ogni individuo, che vede nel verde un elemento di benessere e di crescita sociale è un comune che non può lasciarsi sfuggire una simile opportunità.  

5. Aprire uno spazio culturale pop-up dentro la Villa

In parallelo alla riapertura della via centrale, e mentre vengono messe in sicurezza e salvaguardate le strutture più fragili della Villa che rischiano il decadimento definitivo, proponiamo di realizzare una costruzione temporanea in legno nella piazza antistante la chiesa. Questo spazio, pensato per essere un luogo di ritrovo e e di intercambio, sarà un primo passo importante per la riattivazione della Villa e la prefigurazione dei suoi usi futuri. Questa struttura leggera e modulabile servirà come caffetteria e spazio per eventi, riunioni ed esposizioni, diventando il nucleo di un laboratorio culturale e sociale che si evolverà nel tempo e che, senza soluzione di continuità, si ampliera e si fonderà con gli altri stabili a mano a mano che le operazioni di restauro procederanno.

Pensare la Villa come un Laboratorio Permanente che inizia oggi

La Villa è e sarà un laboratorio permanente, una fucina di idee e progetti, dove il processo creativo è valorizzato tanto quanto l’opera finale. Qui, l’approccio sperimentale del “fare” e del “imparare facendo” puo’ fondersi con pratiche all’avanguardia di sostenibilità e innovazione digitale. Grazie alla riapertura della via centrale e l’apertura di uno spazio pop-up, la Villa può nutrirsi fin da ora di una programmazione che riflette e promuove i valori di inclusività, la collaborazione e di innovazione, pilastri del nostro Manifesto. 

Arianna Ciciani

Bellezza ed Etica. La bellezza è verità quando non diviene idolo, simulacro!

Per realizzare una visione, per quanto piccola o ambiziosa, bisogna dapprima immaginarla. E poi ci dobbiamo credere, e metterci subito al lavoro.

Francesco Cingolani

Vuoi aiutarci?

Anche tu credi che l’immobilismo dell’Amministrazione e l’esclusione dei cittadini dalla vicenda di Villa Buonaccorsi sia ingiusta?